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 A distanza di 10 anni (più o meno) Google si riallinea all’uso dei meta tag con le “news_keywords”? Sembrerebbe proprio così, anche se appare abbastanza strano, dal momento che è stato proprio Google a mandare i Meta Tag in pensione. La differenza tra i vecchi e i nuovi Meta Tag non sembra, a prima vista, essere così marcata anche se i “news_keywords” nascondono dei possibili potenziali vantaggi, non, però, pensati per tutti.  Ecco di cosa si parla in questo post Docnrolla dedicato alle meta tag “news_keywords” e al mondo di Google.

Google News e i Meta Tag

Come avevamo già scritto in un altro post Docnrolla (SEO: Meta Tag) “I meta tag sono metadati presenti nel linguaggio HTML utilizzati per fornire informazioni sulle pagine agli utenti o ai motori di ricerca. A differenza di ogni altro tag inseribile in una pagina web, i meta tag non forniscono al browser alcun dato di formattazione della pagina, per cui il loro influsso sul layout finale è praticamente nullo; sono perciò totalmente invisibili all’utente se non attraverso la visualizzazione del codice sorgente in HTML della pagina oppure tramite le finestre di proprietà dei browser” – (fonte wikipedia).

I Meta tag furono inizialmente introdotti per fornire il massimo supporto ai motori di ricerca per la corretta indicizzazione dei siti e delle pagine, in un momento in cui non esistevano algoritmi di analisi mirati sul testo della pagina e la potenza di calcolo e memoria gli spider, utilizzati dagli stessi motori di ricerca, si limitavano a raccogliere ed analizzare semplicemente le prime stringhe di testo della pagina. Tali meta tag venivano inseriti dai webmaster all’interno dell’head della pagina e come tutte le autocertificazioni, anche quella dei meta tag, ha dato ampio spazio a comportamenti opportunistici, che di fatto hanno reso sempre meno raffinata la SERP degli stessi motori di ricerca. Con il potenziamento degli spider,  avuto nel corso degli anni, di fatto, i meta tag non sono stati via via più utilizzati, fatta eccezione per il meta tag description che appare negli snippets di Google ad esempio, come lo stesso Matt Cutts specifica (tra le altre cose) in un suo intervento video (vedi su Youtube) del 2009.

Quindi, fino a questo punto, nonostante qualcuno di voi (noi stessi qui a Docnrolla) sia ancora convinto dell’esistenza di una legenda metropolitana su come i meta tag possano fornire contributi eccezionali nei risultati dei motori di ricerca, possiamo essere d’accordo sul fatto (lo ha detto anche Matt Cutts) che l’unico meta tag buono è un meta tag morto, ovviamente fatta eccezione per il meta tag description.

E i News_keywords? Beh i News_keywords  sono un’altra cosa e poi, dal momento che nessuno poteva dirci “Guardate la leggenda è VERA!”, ora ci dicono: “abbiamo fatto dei nuovi meta tag che vanno messi nello stesso posto dei vecchi, che funzionano praticamente come i vecchi meta tag e che però si chiamano diversamente.. <meta name="news_keywords" content=”” />”

A parte gli scherzi il meta tag News_keywords è un “metatag specifico per Google News per determinare come classificare nel migliore dei modi i contenuti” – come è possibile leggere su Support.Google.com – “con l’utilizzo dei meta tag news_keywords è possibile specificare quali parole chiave (keywords) sono più pertinenti per i propri articoli, evitando ambiguità tra termini correlati”.

Quindi sono uguali a quelle del passato, qual è la differenza? La risposta, come spesso accade, è duplice: da un lato una esatta è sicuramente “no non c’è alcuna differenza”, è lo spider dei motori di ricerca (Google) che, ora, è  più potente in quanto è in grado, tra le altre cose, di guardare all’interno delle singole pagine, il testo, calcolare la densità delle parole chiave (keywords density); dall’altro è sicuramente altrettanto vero dire che il meta tag news_keywords non è uguale al vecchio meta tag perchè non è dedicato a tutti, infatti è orientato a tutti quei publishers che intendono migliorare il  posizionamento della notizia, aiutando Google News a comprendere meglio la natura dei propri contenuti.

Perché ora e a chi giova alla fine? Entrare nella testa delle persone è una cosa quasi impossibile, figuriamoci entrare negli “schemi” di Google, pertanto proveremo a fare una piccola illazione, giusto per giocare un po’ al solito gioco: “Il Complottino” – crea anche tu il tuo complotto.. da oggi anche online” 🙂

Partiamo da tre fatti incontrovertibili.

PUNTO UNO: le abitudini degli utenti nel corso del tempo si sono modificate e le tendenze mostrano un uso sempre più massiccio dei social networks, sia a livello di quantità di tempo che a livello di qualità di tempo (sempre più utenti ricercano le proprie informazioni all’interno delle notizie che girano nei social networks – notizie, rumors, eventi etc etc). PUNTO DUE: Google non è in grado di battere i social networks sul loro campo (questo è dimostrato dall’esperienza fallimentare del moribondo Google Plus). PUNTO TRE: l’editoria tradizionale è alla fine di una lunga crisi e dopo tentennamenti e “lunghi anni di preparazione”, agonizzante, cerca di riversarsi sulla Rete, quindi enorme offerta di notizie “referenziate”.  

Così ecco spiegato il perché ora le news_keywords. Con l’introduzione di una vecchia pratica a costo zero (la scrittura dei meta tag), Google, contemporaneamente, da un lato prepara un ambiente perfetto per i “Nuovi” (l’editoria tradizionale) e recupera una porzione di pubblico che stava perdendo (gli utenti dei social networks per essere i primi a dare la notizia importante ai propri “amici” utilizzeranno maggiormente gli strumenti di Google – ad esempio Google News – se sanno che questi sono più potenti e sincronizzati con chi pubblica); dall’altro, pur acquisendo “nuovi” utenti e fidelizzando i “vecchi”, evita, allo stesso tempo, lo scontro frontale con i social networks (non costringe nessuno, ad esempio Facebook, ad una rappresaglia).

Tra Google, i Social Network e l’editoria, poi, ci sono, proprio nel mezzo, gli utenti che, se da un lato avranno un incentivo maggiore a ricercare (apparentemente le migliori notizie si trovano lì), dall’altro otterranno, a seguito di una ricerca, un risultato sempre meno obiettivo, che si andrà via via ad uniformare alle scelte editoriali delle mayors dell’informazione.

Poi ci sono, in ultimo, non per importanza,  in quel bel triangolo del business, i “Piccoli” publishers che, a fatica, nel tempo, sono riusciti a ritagliarsi un piccolo spazio, una nicchia, all’interno della Rete. Molti di questi, specialmente in Italia, verranno assorbiti dal nuovo scenario e smetteranno di pubblicare (al meno per proprio conto – da leggere questo post del tagliaerba), altri forse riusciranno a rimanere a galla, ma con uno sforzo maggiore. Ancora tempi duri per i “Piccoli”.

Quindi, a volerla dire tutta, alla fine questa piccola modifica di Google non giova a nessuno se non a Google stesso. Con un gioco tipo le “tre carte” riorganizza la realtà a discapito dell’utente finale (impoverendo i risultati delle sue ricerche, da un punto di vista di pluralità dell’informazione), e, contemporaneamente, coccola i “nuovi” investitori, dando loro un incentivo a rimanere e limitando l’ingresso e/o eliminando le velleità dei piccoli publishers.

Qui a Docnrolla però ci chiediamo, se tutto ciò va benissimo per Google ed Grandi publisher e se può andar bene a Facebook (almeno in questa fase), come reagiranno, invece, gli altri social network come per esempio Twitter? In più siamo sicuri che con l’introduzione dei news_keywords gli stessi comportamenti opportunistici che sconsigliarono l’uso delle vecchie meta tag non si possano ripresentare, nonostante la potenza dello spider?

Dite la vostra!

Lo spunto per questo post  Docnrolla lo abbiamo avuto leggendo “Google annuncia il nuovo meta tag news_keywords” di Motoridiricerca.net 

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